VIAGGIO SULLE ALI DEL CANTO

Vi invitiamo a compiere un viaggio sulle ali del canto, tracciando e percorrendo con le note, le straordinarie vie musicali della Puglia. Proveremo a far rivivere, riproponendola alla contemporaneità, alle nuove generazioni, l’avventurosa vicenda umana ed artistica di musicisti pugliesi per nascita o per amore! Di volta in volta con un artista potremo incontrare un’opera, una città, un teatro, le sue tradizioni , i suoi riti,  un prodotto della terra o un piatto tipico che ne racconti l’essenza più genuina ed autentica. Per accoglienza e per amore, a Cerignola visse Pietro Mascagni, da Egli stesso definita  “ …culla della mia musica”, mentre la vicina Foggia esprimeva il genio musicale di Umberto Giordano che con Mascagni, Giacomo Puccini, Ruggero Leoncavallo, Alfredo Catalani, Francesco Cilea , fu tra i massimi rappresentanti della “rottamatrice “ Giovane Scuola Italiana. A Cerignola, nel 1889, Mascagni compose il capolavoro del Verismo musicale,  l’opera per eccellenza Mediterranea del melodramma: “Cavalleria rusticana”. Mediterraneo che il giovane Pietro Mascagni respirò proprio  durante il suo fecondo soggiorno cerignolano, quale fondatore e direttore della locale Filarmonica, con sede, prima presso Palazzo di Città (l’antico Convento dei Padri Carmelitani) e poi  presso il “Teatro Mercadante” - considerato, all’epoca, tra i più bei teatri di Puglia e   inaugurato nel 1868 con la “Vestale” del  “cigno di Altamura” , Saverio Mercadante -  come supporto orchestrale delle compagnie di giro. Mascagni contribuì, in tal modo, a diffondere la cultura musicale a Cerignola e a formare giovani talenti, tra i quali,  il cerignolano Francesco Pisano, poi Direttore del Conservatorio di San Miniato, in Toscana, ed  autore di opere quali “Celeste “ e “Taziana”. Mediterraneo è un modo di essere e di sentire, variegato e complesso: tradizioni, storie, culture, paesaggi. A Cerignola il giovane Mascagni vide certamente i Riti della Settimana Santa. Rosso è il colore della passione che si consuma in “Cavalleria rusticana” ma anche il simbolo della morte e della Resurrezione. Rosso è il Cristo che cade sotto il peso del peccato, dello smarrimento, della sofferenza, rappresentazione della Comunità e del suo bisogno di “rinascita”. Rosso è il sangue degli uomini vittime di ingiustizie. Rosso è il colore di Turiddu ”…fascia di lana rossa al collo, berretto rosso da bersagliere…”, secondo le indicazioni dello stesso Verga. Anche la morte di Turiddu è espiazione, vuole essere “vita” per gli altri: “…Lo so che il torto è mio….Al par di un cane mi farei sgozzar! “Il dramma di Mamma Lucia è il dramma dell’”Addolorata” Maria, il pianto disperato di tutte le madri inconsolabili, “desolate” perché costrette dal destino a rinunciare  ai  propri figli. L’umano dolore di una madre per la vita sacrificata del figlio amato, il lamento delle donne, rimandano oltre che alla Passione di Cristo, alla stessa tragedia greca da cui trae origine il nostro melodramma. Il Verismo fu l’irrompere nel teatro d’opera  delle “vere lacrime”, delle umane passioni, degli ultimi, i “vinti” secondo la definizione verghiana, delle masse popolari, del mondo agrario del Sud con le sue rivendicazioni sociali, con la sua atavica povertà generatrice di conflitti. Del canto verista fu proprio il carattere stentoreo, declamatorio, plateale, con le voci sospinte di slancio verso il registro acuto, talvolta con una forza d’impatto simile al grido. Spesso i motivi, come la famosa Siciliana o lo Stornello toscano di Lola in “Cavalleria rusticana”, erano ripresi da originali canti popolari. Ed ancora il Verismo tentò l’ultima vana resistenza all’affermazione del Cinema:  la stessa “Cavalleria” è opera “presa dal vivo”,  quasi cinematografica. Il Cinema, in seguito, ha reso il suo tributo all’universalità del melodramma, come dimostra lo stesso uso   della  musica di Mascagni,  colonna sonora di celeberrimi film dalle atmosfere epiche di sangue e passioni quali, tra gli altri, “Toro scatenato” di Scorsese,”Il Padrino “e “Il  Padrino  parte III” di Coppola. La sfida che oggi ci attende è quella di considerare i nostri autentici valori culturali e la nostra intelligenza creativa,  beni essenziali, vera ricchezza per le nostre Comunità e fattori fondamentali di vitalità e successo in grado di promuovere il territorio, le sue eccellenze culturali, economiche, produttive, i suoi valori simbolici, costruendo reti di  “Amici” per meglio incontrare, progettare, attrarre, scambiare, realizzare, parlare di Noi al mondo. La cultura mediterranea è anche questo! 

A cura di Mara Monopoli