STRUMENTI MUSICALI A TUTTA BIRRA. LA COLLEZIONE SPADA A LECCE

A cura di Fulvio Palese
Gusto, passione, competenza, ospitalità, gentilezza. Esiste un luogo in cui tutte queste parole sembrano essersi coniugate in un singolare logos ed in un peculiare modo di essere. Si trova nel cuore di Lecce, ma non più di tanto (per dire che andandoci non si hanno problemi di parcheggio), al civico 11 di Via Sindaco Lupinacci. Stiamo parlando della favolosa casa-museo che ospita la Collezione Spada, una raccolta di oltre 900 strumenti musicali di varie epoche – all’incirca dalla metà del XVII secolo fino alla prima parte del Novecento – provenienti da diverse parti del mondo, di proprietà del dottor Francesco Spada.
Lui è un medico di famiglia specializzato in ematologia, originario di Montemesola (dove tutt’ora vive),  che coltiva questa passione da circa 35 anni. Suona il flauto traverso nella banda del suo paese natale e produce per puro diletto un’ottima birra cruda artigianale, con la propria effige sull’etichetta, che offre volentieri agli ospiti che visitano la sua collezione. Sì, perché uno dei suoi obiettivi è quello di coinvolgere non solo gli specialisti, ma tutti coloro che fra un caffè, un sorso di birra ed una serie di stimoli sensoriali a 360 gradi (che comprendono anche la possibilità di toccare alcuni degli strumenti e di utilizzare alcune postazioni multimediali) vogliono lasciarsi andare ad un singolare viaggio spazio-temporale.
Siamo andati a trovarlo domenica 11 marzo, incontrando lì alcuni altri amici fra cui il dottor Antonio Montinaro e il giornalista Antonio Caprarica, con i quali abbiamo piacevolmente condiviso il tour. L’esposizione è organizzata non solo tenendo conto delle famiglie di strumenti (archi, legni, ottoni, etc.), ma anche partendo dal loro contesto di utilizzo. Vi sono, infatti, una sezione degli strumenti ad uso bandistico, una sezione di quelli ad uso cerimoniale, una di quelli utilizzati a scopo terapeutico, così come ve n’è una che comprende strumenti per la riproduzione meccanica della musica – nella quale fra molte altre cose si può ammirare un fonografo di Thomas Edison –, una di strumenti giocattolo e via dicendo.
Il criterio di restauro scelto dal dottor Spada è quello di conservare il più possibile le parti originali di ogni strumento, anche al di là del funzionamento, in maniera tale che ogni esemplare sia anche un documento originale d’epoca. Ovviamente per ogni singolo pezzo è stato fatto uno studio organologico finalizzato a valutarne l’epoca, la fabbricazione, i materiali, gli interventi di restauro e l’ambito di utilizzo. Tutte notizie che sono facilmente reperibili sul sito della Collezione o nelle tante pubblicazioni che la riguardano.
Emozionante, per chi scrive, riuscire ad intravedere fra i legni la storia che ha portato all’invenzione e all’evoluzione del saxofono, a partire da due splendidi esemplari di tarogato (strumento di origine ungherese, per molti versi il vero antenato del saxofono), passando per clarinetti bassi, saxonette, serpentoni e saxofoni d’inizio Novecento a due portavoci e senza i rulli fra le chiavi dei due plateau (mi si perdoni il veloce tecnicismo).
Un antico esemplare di saxofono basso in Si bemolle costruito in Italia, databile alla fine del XIX secolo, è in bella mostra vicino alla porta d’entrata, alle spalle di un bizzarro organo positivo praticamente “tascabile” di fabbricazione napoletana, con appena due ottave di estensione.
«E la birra?», abbiamo chiesto infine a Francesco. «Ho un piccolo fermentatore che mi permette di farne una ventina di litri per volta. Compro il malto di orzo, il luppolo, i lieviti e poi preparo il mosto e lavo le trebbie in vari pentoloni da ristoratore. Le varianti sono date dagli aromi utilizzati, dai tempi e dal tipo di fermentazione. Non uso centrifugare o pastorizzare la birra ma soltanto eliminare la feccia con travasi, filtrarla con delle garze e farla maturare in bottiglia in cantina fresca».
Prima di congedarci gli chiediamo se abbia qualche programma particolare a breve. Con gli occhi pieni di una particolare luce risponde: «Il prossimo Venerdì Santo andrò a suonare con la mia banda. Adoro le marce funebri, sono dei veri e propri capolavori». Come dargli torto.
La Collezione è visitabile ogni sabato, domenica e festivi prenotando all’indirizzo email collezionespada@gmail.com o telefonando al numero +39 328 749 6672.
Per un tour virtuale e per tutte le informazioni si può visitare il sito www.collezionespada.it